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Il mercato del vino USA: le novità emerse da State Of The Wine Report

Pubblicato da Maria Laura Negri il 17 luglio 2018 e aggiornato il 28 febbraio 2020

🕓 Tempo di lettura: 5 minuti

mercato del vino USAQuello statunitense è il mercato più grande per quanto concerne il settore vinicolo e vale da solo 62 miliardi di dollari (fonte Wine Institute).

Se il 60% dei volumi sono composti esclusivamente dal vino Made in California, certamente gli esportatori vedono un potenziale in continuo aumento, vista l’attenzione sempre crescente alla qualità e alle materie prime utilizzate.

Uno dei documenti più utili e completi per conoscere l’andamento del mercato del vino USA è lo State Of The Wine Industry Report, sponsorizzato dalla Silicon Valley Bank Wine Division e dal suo fondatore Rob McMillan.

Ne parliamo nell'articolo che segue con alcuni dati utili per le aziende che intendono esportare in USA.


Uno sguardo d’insieme al mercato del vino USA

Per un caso sfortunato, le fasi preparatorie del report State Of The Wine Industry sono andate distrutte durante l’incendio verificatosi in California del 2017, cancellando i dati relativi alla stagione autunnale di quell'anno. Tuttavia, la perdita dovuta a questo incidente è stata compensata con una rielaborazione del report in chiave ancora più ampia che include ulteriori dati, per prevedere meglio le tendenze dei prossimi mesi.

Il report comprende diverse informazioni, condivise dai leader di mercato, che permettono di ricavare una visione d’insieme sull'andamento dei consumi negli ultimi anni e di ipotizzare lo scenario futuro del mercato del vino USA.

La prima notizia evidenzia come il consumo del vino abbia seguito un trend positivo dal 1993 in poi, decollando da 370 milioni di galloni all'attuale livello di oltre 770 milioni.

Secondo il report, questa tendenza non continuerà, in quanto dopo oltre 20 anni di crescita il volume totale di incremento si sta assestando. Secondo l’opinione del fondatore McMillan, i produttori, che hanno visto l’aumento esponenziale dei prezzi dell’uva negli ultimi 5 anni, trovano difficoltoso far capire la crescita dei costi ai nuovi consumatori che hanno un minor tetto di spesa per i beni non indispensabili rispetto alle generazioni precedenti. I prossimi sviluppi potranno quindi portare buone opportunità di continuare a crescere, ma solo a coloro che sapranno gestire il cambiamento con flessibilità.

 

Dati e analisi per sviluppare nuove strategie di esportazione

Molti dati del report sono utili per pianificare le prossime strategie di esportazione. Per esempio, le importazioni di vino negli USA sono cresciute dal 1994. Ciò fino ad oggi non ha provocato preoccupazione né ha avuto ripercussioni sui produttori locali. Tuttavia, per restare competitivi, occorre agire d’anticipo per il futuro, pensando a come soddisfare i giovani clienti, attenti alle offerte e propensi a sperimentare nuove proposte. I clienti che si avvicinano per la prima volta al vino tendono a preferire sempre più i vini stranieri, come i rosé francesi, il Pinot Grigio italiano, il Sauvignon bianco della Nuova Zelanda.

Secondo i dati, a fine settembre 2017 la crescita dell’importazione del vino rispetto all'anno precedente ha riguardato soprattutto per i vini francesi, neozelandesi e italiani, mentre i vini dalla Spagna, dall'Argentina e dal Cile hanno subito un lieve calo.

Vino e ristorazione: le opportunità future

Altro ambito a cui i produttori di vino devono prestare attenzione, per incrementare le attività di esportazione negli USA, è quello dei ristoranti.

La crescita verso questo tipo di clientela c’è ancora, ma sta rallentando: i giovani consumatori e i pensionati, i target più cauti, tendono a bere qualcosa a casa prima di uscire a cena piuttosto che consumare un bicchiere fuori, oppure a scegliere catene di ristorazione veloce, in cui spesso il vino non è tra le bevande proposte.

C’è da dire, però, che sono i produttori che servono i grandi ristoranti ad essere coinvolti maggiormente in questa trasformazione. I più piccoli potranno continuare a servire i locali indipendenti, realizzando comunque un buon volume di vendite.

mercato del vino USA

Le tipologie più apprezzate

Rispetto alla varietà delle uve, lo Chardonnay e il Cabernet Sauvignon si confermano le qualità predominanti. I rossi continuano a vendere bene, fornendo un orientamento per i produttori nella scelta dei vitigni. Dal punto di vista dei consumatori, i rossi permettono una certa facilità di acquisto, anche quando non conoscono la varietà specifica dell’uva da cui nasce il vino che stanno scegliendo.

La crescita futura dipenderà quindi dalla capacità dei produttori di mantenere consistenza nell'offerta, adottando strategie per superare il raffreddamento attuale delle vendite.

 

Gli aspetti generazionali nel consumo del vino

Lo State of the Wine Report analizza anche il consumo del vino rispetto alle diverse generazioni.

Mentre i Millenials (22-38 anni) e la Generazione X (39-50 anni) tendono a consumare più birra e liquori rispetto al vino, i Boomers (51-68 anni) e i più maturi (oltre i 69 anni) bevono vino in modo costante.

 

Le conclusioni del report

La parte finale del report è dedicata a una breve analisi storica e geografica del settore e a una rassicurazione riguardo il futuro dei vini californiani, che difficilmente, secondo il documento, risulteranno danneggiati dalle conseguenze dell’incendio del 2017.

Nella sua ricchezza e varietà di contenuti, ancora una volta lo State of the Wine Report si dimostra un testo coinvolgente e facile da comprendere, fornendo non solo un’analisi utile per gli addetti ai lavori del settore, ma anche informazioni interessanti per chiunque sia appassionato di vino.

Sicuramente gli Stati Uniti si confermano un mercato a cui prestare attenzione per esportare vino dall'Italia, resta da capire quanto le recenti politiche finanziarie che prevedono la protezione del mercato interno con l’introduzione di dazi modificheranno il quadro generale.

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Tags: trasferte di lavoro, viaggi d'affari, export

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