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I viaggiatori d'affari millennial si aspettano un supporto H24

Pubblicato da Maria Laura Negri il 13 marzo 2018 e aggiornato il 16 gennaio 2019

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Per la maggior parte dei viaggiatori d’affari, intraprendere un progetto fuori sede è un’occasione preziosa per accrescere le proprie competenze e aggiungere valore al ruolo ricoperto (fonte: Studio della Global Business Travel Association Foundation, ottobre 2017). In particolare la categoria definita “millennial”, ovvero i professionisti nati tra l’inizio degli anni Ottanta e i primi anni del Duemila, è attratta dalla possibilità di fare esperienze all’estero che migliorano la percezione del loro ruolo e la soddisfazione complessiva.

Ma quali sono le aspettative dei collaboratori millennial in termine di procedure di viaggio e supporto da parte dell’azienda? Lo vedremo nell’articolo che segue.

Secondo i dati riportati in una nuova ricerca pubblicata da Travelport, è evidente come i viaggiatori d’affari millennial stiano guidando un cambiamento sostanziale nel mondo del business travel, perché si aspettano un supporto 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La necessità di ricevere assistenza anche al di fuori dei canonici 5 giorni lavorativi si deve alla sempre più diffusa tendenza bleisure che vede i collaboratori aggiungere alla permanenza fuori sede qualche giorno da dedicare al tempo libero, anche in compagnia dei familiari.

Il sondaggio di Travelport ha analizzato le risposte di piĂą di 10.000 business traveller in 19 Paesi che avessero preso almeno un volo nei 12 mesi precedenti.

Ecco cosa ne è emerso:

  • il 44% dei millennial britannici ha indicato come la maggiore difficoltĂ  riscontrata durante il viaggio d’affari sia non avere accesso alle informazioni sulla propria prenotazione in tempo reale e in qualunque momento dai dispositivi a disposizione
  • solo un terzo dei viaggiatori della generazione precedente (la cosiddetta generazione X nata tra il 1960 e il 1980) evidenzia la medesima necessitĂ  come prioritaria
  • la percentuale scende addirittura al 12% nei viaggiatori nati tra il 1946 e il 1960, i babyboomer

Nel contesto attuale, dove i travel manager hanno necessità di registrare i dati e analizzarli (ne abbiamo parlato in questo articolo), per migliorare i processi e offrire supporto ai collaboratori in trasferta, il 38% dei viaggiatori d’affari millennial (a fronte del solo 18% dei baby boomer) si dice frustrato dall’uso inefficace dei dati da parte dell’azienda. Secondo loro, infatti, le piattaforme digitali usate per la gestione delle trasferte non sarebbero sufficientemente personalizzate in base alle abitudini di viaggio, alle preferenze e alle policy aziendali.

 

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Pur considerando estremamente importante l’accesso e l’aggiornamento delle piattaforme gestionali, il 42% del campione di millennial intervistato desidererebbe ricevere assistenza da un interlocutore reale sia nella fase di prenotazione che nel corso della trasferta vera e propria, magari con consigli sugli spostamenti una volta giunti a destinazione.

Come abbiamo anticipato, una delle esigenze prioritarie dei millennial (per il 62% dei partecipanti al sondaggio) è la possibilità di unire al viaggio di lavoro alcuni giorni di relax durante i quali visitare le attrazioni turistiche e scoprire le caratteristiche locali. Nella fascia dei baby boomer, questa preferenza è indicata solo dal 27% degli intervistati.

Un’altra caratteristica del comportamento dei business traveller odierni è l’uso di siti o applicazioni per leggere le opinioni degli altri viaggiatori (l’88% dei partecipanti al sondaggio), ma anche i social media (nell’82% dei casi) e la ricerca vocale (per il 56%).

viaggiatori d'affari

L’uso degli smartphone per la prenotazione del viaggio di lavoro è limitato al 27% (al 23% nel caso dei tablet); la maggior parte del campione intervistato (il 51%), infatti, continua a preferire il computer per la fase di booking online, mentre il 42% usa una piattaforma aziendale dedicata.

Nel corso della trasferta, sono più di 18 in media le app usate dai viaggiatori d’affari millennial (10 quelle consultate dai babyboomer), nella quasi totalità si tratta di applicazioni dei social media (87%), seguite a ruota da meteo, messaggistica e applicazioni degli istituti bancari. Le applicazioni per i trasporti e le guide sono utilizzate nell’81% dei casi, una su tutte Uber, non mancano poi quelle per la traduzione (78%) a conferma del fatto che esiste il desiderio di esplorare nuove destinazioni e scoprirne la cultura al di fuori delle riunioni lavorative.

Riassumendo, i millennial si aspettano un supporto, fatto di assistenza e consigli di viaggio, in tempo reale, sempre e possibilmente che sia coerente su ogni dispositivo. PerchĂ© le trasferte rappresentino davvero un’attrattiva per i nuovi candidati in fase di recruiting, le aziende hanno bisogno di una gestione omnichannel, aggiornata e attenta ai bisogni delle persone. 

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Tags: trasferte di lavoro, viaggi d'affari, viaggiare sicuri, servizi digitali

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