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La tecnologia biometrica nelle dogane statunitensi

Pubblicato da Barbara Pegoraro il 30 gennaio 2018 e aggiornato il 16 gennaio 2019

🕓 Tempo di lettura: 4 minuti

tecnologia biometricaL’agenzia statunitense Customs & Border Protection sta vagliando i possibili utilizzi della tecnologia biometrica come il riconoscimento facciale per accelerare alcune procedure aeroportuali quali i controlli doganali di sicurezza, il controllo bagagli, l’ingresso alle lounge e persino gli acquisti presso i duty-free.

Nell’articolo odierno approfondiremo l’argomento, mostrandone implicazioni e vantaggi per i frequent flyer.


In una recente intervista rilasciata a Business Travel News, il funzionario della U.S. Customs & Border Protection John Wagner ha dichiarato che nel corso del 2018 l’agenzia governativa introdurrà l’uso della scansione per il riconoscimento facciale riducendo gradualmente la necessità di registrare le proprie impronte digitali all’arrivo sul suolo statunitense. Per i frequent flyer non può che essere un’ottima notizia, perché l’attesa ai controlli è sicuramente uno dei momenti più spiacevoli del viaggio d’affari.

La tecnologia biometrica promette di velocizzare non solo le procedure di controllo per i passeggeri statunitensi in partenza, ma anche per gli stranieri in possesso di visto. In particolare, il processo definito a metà degli anni 2000 che prevede la raccolta di impronte digitali e lo scatto di una fotografia per i passeggeri in ingresso negli USA sta per subire un’altra trasformazione in ottica di maggiore efficienza, velocità e sicurezza. Grazie alla tecnologia biometrica, se una persona ha già lasciato le proprie impronte, una volta associati questi e altri dati alla propria fotografia, non sarà necessario sottoporsi a controlli complessi.

controllo passaporto

Ma anche le procedure in partenza saranno presto modificate in virtù dello sviluppo delle nuove tecnologie biometriche, per aumentare il livello di controllo anche nelle tratte nazionali.

Tecnicamente, l’immagine che viene raccolta dalla scansione facciale viene confrontata con la fotografia scattata e presentata all’ente che ha autorizzato il viaggio.

 

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Sono state condotte alcune sperimentazioni che hanno riportato ottimi risultati in termini di precisione e affidabilità delle informazioni, nonché semplicità nella gestione operativa da parte degli addetti ai controlli e nella risposta dei passeggeri. L’idea in prospettiva è poi quella di usare la medesima piattaforma per diverse attività aeroportuali per migliorare l’intera esperienza di viaggio. I dati potrebbero essere centralizzati e usati in tutte le situazioni che richiedono di esibire il passaporto o la carta d’imbarco, ad esempio gli acquisti presso i duty-free, ma anche l’accesso alle lounge oppure il controllo e il check-in dei bagagli da stiva. A proposito di bagaglio, quello a mano è certamente il preferito per gli spostamenti che non richiedono il trasporto di materiale di campionario e per quelli brevi. Se sta pensando di acquistarne uno nuovo, scarichi la guida gratuita per trovare il modello più adatto ai suoi viaggi!

I test hanno avuto esiti più che positivi, con una procedura che prevede il riconoscimento facciale nel momento dell’imbarco, l’autenticazione da parte dell’ufficio doganale e il via libera. Il tutto in pochi secondi senza la necessità di esibire la carta d’imbarco, nemmeno da mobile.

Le possibili obiezioni in materia di privacy saranno certamente oggetto di discussione e lavoro, soprattutto per i passeggeri in arrivo dall’Unione Europea, tuttavia l’obiettivo dichiarato è il miglioramento dei servizi, sia da parte delle agenzie governative che dai vettori aerei e dai gestori aeroportuali.

Dopo la prima fase di sperimentazione e una seconda che prevede il coinvolgimento delle compagnie aeree, si punta a una diffusione coerente per evitare una sovrapposizione di sistemi e soprattutto un divario tra città e aeroporti diversi. 

Ci si augura, insomma, che quando la tecnologia sarà matura, non si debba lasciare l’impronta in un luogo, un documento in un altro, la fotografia in un altro ancora.

L’ideale sarebbe rendere le procedure semplici, chiare e veloci per i passeggeri, pur mantenendo il focus sulla sicurezza del viaggio, in modo che chi ne ha diritto non debba faticare per entrare in territorio statunitense e chi invece abbia intenzioni poco chiare sia sottoposto a tutti i controlli del caso.

Il futuro dei viaggi, di lavoro e non, è sempre più vicino grazie allo sviluppo rapido delle tecnologie digitali che promettono di migliorare notevolmente il livello di servizio, di sicurezza e di efficienza.

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Tags: trasferte di lavoro, viaggi d'affari, viaggiare sicuri

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